Morfologia costiera e rischi nella balneazione
Morfologia costiera e rischi nella balneazione
Enzo Pranzini (1,2)
(1) Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze. Via Micheli 6, 50121 Firenze.
(2) GNRAC – Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero. Email: epranzini@unifi.it
Premessa e Introduzione dell’Autore
Essendo un pessimo nuotatore, per giunta costretto per lavoro ad entrare spesso in mare, ho capito presto che è bene conoscerlo. Gli studi sulla dinamica delle sabbie, sull’erosione costiera e sulle tecniche di difesa dei litorali non mi hanno aiutato quanto l’andare sulla spiaggia con chi la sapeva leggere. Si, leggere la spiaggia e il mare è una cosa che si deve imparare, e più si legge e più s’impara.
In questo articolo ho cercato di trasferire quei metodi per interpretare l’umore del mare, identificare i pericoli nascosti nella costa e i comportamenti da adottare, che mi sono stati insegnati proprio sulla spiaggia.
I miei figli si sentivano derisi dagli amici quando, prima di entrare nell’acqua, guardavano bene come frangevano le onde per capire se vi fosse una rip current. Ora, quelli stessi amici lo spiegano ad altri.
Non ho potuto insegnargli a nuotare, ma almeno hanno imparato a riconoscere i pericoli!
Riassunto
Le spiagge, non solo presentano caratteristiche morfologiche diverse per la differente esposizione al moto ondoso e la varietà delle dimensioni dei sedimenti che le costituiscono, ma cambiano anche continuamente la propria forma al variare delle condizioni meteomarine. Anche la spiaggia che conosciamo meglio può assumere forme o essere soggetta a processi inattesi. Le irregolarità del fondale possono mettere in difficoltà i nuotatori meno esperti, mentre le rip current costituiscono un pericolo a cui neppure i più esperti possono ritenersi non esposti. Molti incidenti avvengono per la scarsa conoscenza di questo ambiente, dei processi che lo modellano e dei pericoli che esso presenta.
Parole chiave: turismo balneare, morfologia della spiaggia, barre, rip current.
Premessa
La “vacanza al mare” è considerata la vacanza per eccellenza dalla maggior parte degli italiani che nei mesi
estivi si affollano sulle nostre coste. A questi si uniscono molti turisti stranieri che trovano nei nostri mari motivazione principale, o accessoria a quella culturale o gastronomica, per un loro soggiorno in Italia. É così che lungo i circa 7466 km di litorale si registrano oltre 600 milioni di presenze all’anno, la maggior parte delle quali concentrate sulle coste basse, ossia su 3951 km (Fig. 1).
A fronte di un così elevato numero di persone esposte ai rischi che la frequentazione delle coste comporta, l’impegno delle istituzioni e degli operatori privati del settore per l’incremento della sicurezza dovrebbe essere ai massimi livelli. É quindi necessario perfezionare e rendere ancor più capillare su tutte le coste il sistema di prevenzione e di salvamento che già oggi costituisce un elemento distintivo dell’offerta turistico-balneare italiana. Tutto ciò non raggiungerà gli obiettivi sperati se non sarà accompagnato da una crescita culturale dei frequentatori dei litorali che si estenda a tutte le tematiche coinvolte, da quelle mediche, a quelle normative e – altrettanto importante – dalla conoscenza della morfologia e della dinamica dei litorali, ossia dell’ambiente in cui ci si addentra (McCool et al., 2008). É certo infatti che una maggiore conoscenza dei pericoli presenti potrebbe ridurre enormemente gli incidenti connessi all’uso turistico della fascia costiera. I fattori di rischio sono in realtà limitati e facilmente identificabili, in particolare quelli “morfodinamici” (Short, 1999), tanto che un programma volto all’aumento della sicurezza può dare risultati consistenti con risorse economiche e tempi limitati. Infatti, spesso basterebbe che i bagnanti fossero ben consci dei pericoli presenti nell’ambiente costiero ed assumessero comportamenti responsabili, ma in Italia la considerazione data alla sicurezza non sembra molto elevata. Fra i “Big fives”, ossia i cinque elementi che sulla base di 4000 interviste fatte in diversi paesi del mondo, sono apparsi come i più importanti nella scelta di
una destinazione turistico-balneare (Acqua pulita, Spiaggia pulita, Servizi, Paesaggio e Sicurezza; Fig. 2) (Williams, 2011), solo il 6% bagnanti italiani attribuisce alla Sicurezza un’importanza prioritaria (Simeoni et al., 2017), mentre in altri paesi è considerata assai più importante. I tratti di litorale sabbioso possono svilupparsi per diversi di kilometri collegando le varie foci fluviali che li alimentano, oppure estendersi per poche decine di metri all’interno di piccole baie; talvolta l’arenile è confinato fra opere di difesa costiera che possono diventare l’elemento prevalente di quel determinato settore costiero.